La Storia della Beata Vergine del Mirteto
1° Edizione – Stampato settembre 2015
3° Edizione – Stampato febbraio 2019
Prefazione
La nostra epoca è segnata fortemente dalla presenza straordinaria della Madonna. Tutto comincia nel 1830 con la prima apparizione a S. Caterina Labouré, a cui la Vergine chiede di coniare una medaglina che sarebbe servita a proteggere chiunque l’avesse portata con devozione al collo. Seguono altre apparizioni in tutto il mondo fino ad oggi e tutte generano gruppi di preghiera, così tanti da formare una colossale rete, tale da avvolgere il mondo intero. Il cuore di tutte le apparizioni è certamente Fatima (1917) dove la gran Regina chiede la Consacrazione dell’intera Umanità al Suo Cuore Immacolato. La storia che state per leggere si inserisce nel Suo progetto di salvezza: la Madre vuole riprendere i suoi figli, pertanto vuole che tutti si consacrino a Lei. Lei ci presenterà un giorno a Dio come Suoi prediletti. Ed è per questo, caro lettore, che ti invitiamo a leggere con cuore filiale i prodigi di questa grande Madre.
Così comincia
All’inizio del secondo millennio, una giovane pastorella sordomuta, mentre portava il suo gregge al pascolo nei pressi di S.Maria Valogno, si accorse che mancava una capretta. Preoccupata, andò a cercarla. Si inoltrò in una macchia con cespugli a prevalenza di mirti, dove scorse da lontano la bestiola incantata con lo sguardo fisso verso una pianta di mirto. La pastorella cercò di richiamarla con dei sassolini, ma quella non si muoveva. Incuriosita dal suo comportamento si avvicinò e, guardando nella stessa direzione, vide un bagliore di luce uscire dai ramoscelli del mirto, con dei raggi che raggiungevano il suo corpo. Presa da un sacro timore alzò gli occhi al cielo chiedendo aiuto alla Madonna, a cui era tanto devota, e una pace non di questo mondo la pervase. L’incanto in realtà non durò molto, ma sembrava che il tempo si fosse fermato. Quando l’estasi terminò, vide sotto la pianta di mirto un quadro raffigurante la Vergine Assunta. Quale fu il suo stupore quando istintivamente elevò ad alta voce una preghiera alla Santissima Vergine! La pastorella aveva miracolosamente acquistato la parola e l’udito! Si avvicinò al miracoloso quadro incredula, con occhi lucidi e il pensiero ancora assorto nel mistero, lo prese e lo portò in paese raccontando a tutti ciò che era accaduto. Il miracolo fu evidente! Gli abitanti di S.Maria Valogno, presi dallo stupore nel sentire per la prima volta la voce della ragazza, e ancor più nel sentire la testimonianza, credettero all’evento prodigioso ed esplosero in una gioiosa manifestazione di fede. Così vollero fare di quel giorno, il 16 febbraio, una ricorrenza di festa, con preghiere e canti di ringraziamento alla Vergine, la Madonna dell’Assunta.
Le formiche
L’entusiasmo coinvolse l’intero popolo e lo spinse a desiderare una degna dimora per il culto da dedicare alla Vergine, in risposta a questo grande dono ricevuto. Infatti, per il semplice fatto che il quadro è stato dato direttamente dalla Madre celeste, diventa una vera e propria reliquia della Madonna. Si formò così una squadra di operai volontari che alacremente cominciarono a costruire le mura di questo nuovo tempio. Iniziarono i lavori e, come sempre, le difficoltà. Il muro alzato il giorno prima si trovava crollato il giorno dopo, fenomeno che si ripeté tre volte. La notizia si divulgò per tutto il paese e la terza mattina l’intero popolo affluì sul posto e constatò che il muro era di nuovo crollato. Ma ecco che furono attratti da un via vai di formiche che compatte, in fila indiana, giravano formando un perimetro rettangolare, senza uscirne mai. I presenti erano sconcertati e confusi, e quando un ragazzo gridò al miracolo le formiche scomparvero, lasciando l’impronta di un perimetro ben preciso, segno chiaro di una Volontà divina. La cara Mamma Celeste si fa direttrice dei lavori e stabilisce la grandezza della casa che dovrà essere eretta al suo amato Figlio con cui condividere le grazie da dispensare a questa umanità bisognosa. Un sorriso apparve sulle labbra di tutti, labbra che si dischiusero in lodi e preghiere alla Regina, Madre e Maestra. Così, con nuova energia, ripresero i lavori.
Il Papa
Un evento degno di nota è la venuta, seppur forzata, del Papa, evento che inorgoglisce la sensibilità del popolo e che tramanda di generazione in generazione tale onore. La tradizione orale racconta che Innocenzo II, il 23 luglio del 1139, dopo essersi scontrato a Galluccio con Ruggero il Normanno, sconfitto fu sequestrato e convinto a riconoscere l’autorità di Ruggiero II su tutto il Meridione. Così nasce quel che verrà chiamato il Regno delle due Sicilie. Rilasciato raggiunse il suo esercito accampato a S. Maria Valogno. Fu ospitato dal Parroco, ignaro della sua vera identità, il quale in amena conversazione raccontò la storia mariana del quadro, suscitando in lui ammirazione e devozione e spingendolo a pregare davanti all’immagine della Vergine, dove trovò conforto e ristoro morale per la responsabilità del momento vissuto. Tornato a Roma, ancora pieno della consolazione mariana, desiderò lasciare un segno di riconoscenza alla Madre celeste e chiese al Parroco quale dono volesse come ricompensa per la Parrocchia. La risposta fu immediata: l’Indulgenza plenaria per il 16 febbraio. Questo dono meraviglioso rafforzò la già forte devozione alla Madonna in tutto il territorio. La notizia si sparse velocemente e così iniziarono ad arrivare i pellegrini dai luoghi circostanti; dalle Toraglie, e dai paesi oltre il fiume Garigliano. La chiesetta di S. Maria Valogno fu inclusa dalla devozione popolare tra le cosiddette Sette sorelle o Sette Madonne, cioè sette luoghi sacri mariani visitati ogni anno dai pellegrini.
La Sorgente
Come in tutti i Santuari mariani, non può mancare l’acqua. A circa venti metri dal luogo in cui fu ritrovato il quadro della Vergine del Mirteto, vi è una sorgente d’acqua, ritenuta parte del luogo sacro. Da sempre, tutti i fedeli che si recano in pellegrinaggio per festeggiare la giornata del 16 febbraio, dopo aver partecipato alle varie funzioni religiose, si recano alla sorgente e riempiono bottiglie che portano a casa, ritenendo quell’acqua benedetta dalla Vergine.
La fede va scemando
L’affluenza fu ininterrotta fino agli anni Settanta, quando i pellegrini incominciano a diminuire. La fede del popolo si svilisce e la devozione va scemando. Il quadro originale è da tempo sparito e sostituito da una copia fatta su carta. Il terremoto del 1980, inoltre, rende la chiesa inagibile. Per molti anni il popolo commemora l’evento il 16 febbraio e soprattutto usufruisce del dono dell’Indulgenza plenaria, ma in realtà il demonio ha fatto dimenticare l’antico ardore e la grande fede. Dopo circa un millennio dall’evento miracoloso, con il nuovo parroco che ha una profonda devozione per l’Immacolata, inizia una nuova stagione. Il sacerdote comincia subito a impegnarsi per rendere la chiesetta più accogliente e solenne, facendo realizzare quadri per l’altare che spieghino le vicende della Parrocchia. Il quadro maggiore in un colpo d’occhio racconta la storia sia della pastorella e sia del Papa Innocenzo II. Un secondo, posto in alto, rappresenta la Trinità con la corona regale in mano, pronta a proclamare Maria Regina. Il terzo, il più prezioso, sostituisce l’originale, quello donato dalla Madonna alla pastorella e perdutosi nel tempo. L’immagine nuova raffigura comunque la Beata Vergine del Mirteto nel mistero dell’Assunzione ed è stato realizzato su tavola pregiata di ulivo locale. Il quadro è stato portato a Roma il 20 dicembre 2000, per ricevere la benedizione del Papa S. Giovanni Paolo II e per rinnovarsi così nel dono dell’Indulgenza varcando la soglia della Porta Santa all’inizio del Terzo millennio. All’esterno – precisamente alle spalle della chiesa, luogo in cui fu ritrovato il quadro mille anni fa – si individua un arbusto secolare che diventa il punto di riferimento della devozione.
Un nuovo evento
All’inizio del terzo millennio la Vergine Santa riprende il Suo ruolo di Madre premurosa proprio come mille anni prima. Un nuovo evento riporta l’attenzione sulla presenza speciale di Maria SS. in questo luogo. La nuova storia ha per protagoni sta una ragazza con problemi spirituali. Tutto inizia proprio nell’anno 2000, quando viene benedetto il nuovo quadro. La giovane scopre di essere posseduta e vive anni duri, si rivolge a vari esorcisti in luoghi distanti dal suo paese e per questo difficili da seguire. Il disagio dura poco poiché un sacerdote locale prende a cuore il caso, chiede e ottiene dal Vescovo il permesso di benedire. Ben presto intorno al sacerdote si forma un gruppo di preghiera composto da coppie di sposi, a sostegno della lotta contro il maligno. L’esperienza è nuova per tutti e bisogna quindi capire segni ed eventi. La prima scoperta, che desta meraviglia, per come reagisce il diavolo, riguarda il rosario: si percepisce davvero grande la forza che ha nello sconfiggere l’arte demoniaca! Viene così recitato anche nelle famiglie, vengono coinvolti i figli, creando un’atmosfera spirituale di pace e realizzando un autentico incontro amoroso col Signore. La vicinanza di un altro sacerdote legato alla tradizione permette poi di osservare quanto potere contro il maligno abbia la Messa gregoriana, e lo stupore del gruppo aumenta ancora di più con questa seconda scoperta. Infatti la ragazza ne riceve un particolare ed evidente beneficio che spinge tutti a capirne le ragioni. La conoscenza del vero senso del Sacrificio eucaristico in relazione alla propria salvezza permette al gruppo di capire che stava inconsapevolmente rafforzando la propria fede. La terza scoperta, la più bella, è il fascino che esercita la Madonna sui cuori di ciascuno: è con l’Immacolata che si vince! L’esortazione della Madonna a Fatima (quando dice ai tre pastorelli che il Padre vuole che si instauri la devozione al Suo Cuore immacolato e, pertanto, vuole che il mondo intero faccia la Consacrazione al Suo Cuore immacolato, e la rivelazione che alla fine il Suo Cuore immacolato trionferà diventa per il gruppo un modus vivendi. Senza accorgersene, il gruppo sta avendo una maturazione spirituale basata sulla consacrazione all’Immacolata, sul santo Rosario e sulla Messa di sempre, e quando San Giovanni Paolo II indice l’Anno Santo del Rosario, l’Anno Santo dell’Eucaristia, e Benedetto XVI liberalizza, col Motu proprio, la Messa antica, non si poteva non sentirsi confermati che la Madonna li aveva formati per questo tempo.
Tutto ricomincia
Negli ultimi mesi del 2010 si apre un nuovo orizzonte nella storia della ragazza. Infatti, il sacerdote e il gruppo che la sosteneva con la preghiera comprendono che la loro formazione serviva per la realizzazione di un progetto divino: cooperare con la Vergine Santa che “Viene a riprendere i suoi figli”. Nel mese di giugno un giovane seminarista si incontra con questa avventura e si unisce a loro, partecipando qualche volta agli incontri di preghiera. Nei mesi successivi, durante gli esorcismi, si scopre la data della liberazione che corrisponde all’8 dicembre. Non si dà a ciò particolare importanza, perché il diavolo è menzognero e la sua tattica è di illudere e avvilire. Nel mese di novembre il giovane manifesta la sua sicurezza della liberazione raccontando in segreto al sacerdote che una signora dell’Isola d’Elba, sua conoscente, ignara dei paesi del sud e delle persone del luogo, aveva avuto una visione. Dice di aver visto la ragazza, che chiama per nome, svenuta a terra presso un altare di una chiesetta, delle persone attorno a lei disposte in semicerchio e la Madonna che estirpa dalla bocca della ragazza un lungo serpente. Dopodiché la Vergine afferra alla sua destra, a mo’ di spada, una croce sfolgorante di luce e la conficca a terra. In una seconda visione vede, poi, la Madonna che benedice la sorgente, presso un viottolo selciato di breccia bianca. A questa notizia il sacerdote comincia a crederci, ma per prudenza non dice nulla agli altri del gruppo, tenendo tutto nascosto nel suo cuore. Il 6 dicembre, lunedì, durante l’esorcismo si scopre che la liberazione era legata ad un luogo: la chiesa della Beata Vergine del Mirteto, e ad un voto: la disponibilità a lavorare per quel luogo. Il giorno dopo, martedì 7 dicembre, l’esorcismo viene fatto in quella chiesa. In questa circostanza il demonio rivela che la
Mamma celeste “viene a riprendere i suoi figli”. Era necessario per questo purificare I’intero paese, in quanto tutto appartiene a Lei, le cose e le persone. Finalmente giunge l’8 dicembre, festa dell’Immacolata. Verso le cinque di pomeriggio il gruppo che pregava per la ragazza, il sacerdote e il giovane seminarista si incontrano nella chiesetta della Beata Vergine del Mirteto. La ragazza è seduta su una sedia collocata al centro del presbiterio, gli altri sono a destra e a sinistra negli stalli del coro. Si inizia recitando il santo Rosario mentre l’esorcista comincia il rito. Le porte della chiesa si scuotono e si ha la chiara sensazione che altri demòni vogliano entrare, ma non possono. Le domande fatte al demonio sono incalzanti; è una volpe spaventata, braccata, senza via d’uscita; risponde senza indugio rivelando la sua sottomissione alla Regina lì presente. Rivela che Lei (il maligno non nomina mai la Santissima Vergine) ha un progetto: Viene a riprendere i Suoi figli. La liberazione è quindi legata al voto del sacerdote e della ragazza di avere cura di quel luogo sacro. Il demonio, sempre più spaventato, fa capire che al fianco della Regina c’è un Santo che intercede per la ragazza. L’esorcista, dopo varie domande, scopre che è S. Massimiliano Maria Kolbe.
Appena pronunciato questo nome, il diavolo ammutolisce con espressione di soffocamento e la ragazza si sente senza forze, scivolando dalla sedia. Il progetto divino diventa chiaro per ognuno: la cura del luogo consiste nel riprendere il progetto spirituale del Santo, definito da Papa S. Giovanni Paolo II “il Santo di questi difficili tempi”, consiste nel consacrare tutti all’Immacolata! Questa idea così chiara viene assunta dall’intelligenza in maniera immediata, non è frutto di riflessione. Finalmente giunge la vittoria, il demonio va via, la ragazza si accascia, come svenuta, provando una forte pace che tutti percepiscono. L’aria stessa sembra accarezzare i lottatori in segno di gloria; la campana suona: sono le sette e mezza di sera.
Il Suo ritorno
Inizia, così, una nuova fase del piano della Vergine Santa venuta per riprendere i Suoi figli che per secoli, dopo la scomparsa del quadro, si erano allontanati dalla fede, avvicinandosi a pratiche superstiziose e permettendo così al demonio di inoltrarsi nel luogo da Lei prediletto. Ma la nostra Mamma Celeste non ha abbandonato i Suoi figli, è venuta per riportarli a Dio, strappandoli dalle mani del demonio. È un nuovo inizio, la Madre ricompare e si serve, come allora, di una “pastorella”, una ragazza semplice che diventa strumento per annunciare il Suo ritorno. Il piano di azione è ora su un livello spirituale: l’annuncio coinvolge un gruppo che diventa a sua volta faro di luce, impegnato a lottare nell’essere coerente con i desideri della Vergine. Il cammino spinge ognuno a farsi completamente di Maria (Totus Tuus direbbe San Giovanni Paolo II) comprendendo il senso della consacrazione che fa dimenticare se stessi per essere specchio della Sua Volontà.
Due storie in una sola
Questa piccola comunità va sperimentando ciò che San Massimiliano ha vissuto e predicato: l’importanza della consacrazione all’Immacolata. È questo lo strumento con cui realizzare l’ideale del luogo e così ora vive un momento di riflessione, Cercando di capire cosa concretamente gli viene chiesto dall’Alto. È chiaro a tutti che la Vergine Santa cerca in questo luogo, ancora una volta, di salvare quante più anime possibili. Ma cosa fare? Succede un po’ come sarà avvenuto nel Cenacolo dopo l’Ascensione e prima della Pentecoste, quando gli Apostoli si saranno interrogati su cosa fare, sul ruolo che avevano in quel frangente, sugli avvenimenti che ritornavano alla mente. Era necessario capire fino in fondo cosa Gesù aveva fatto di loro e riponevano una grande speranza in Maria lì presente, che pregava con loro e li istruiva nella certezza che lo Spirito Santo sarebbe intervenuto ben presto. Il gruppo comincia a rileggere la storia antica del luogo e l’avventura decennale appena conclusa chiedendo alla Beata Vergine di illuminarli. Le due storie sembrano sovrapporsi per gli elementi che le accomunano: una ragazza, il Papa, il parroco, il quadro, l’Indulgenza.
La ragazza del passato che era sordomuta, dopo il ritrovamento del quadro riceve il miracolo della guarigione fisica che si traduce in annuncio per gli abitanti del luogo che accorrono con pellegrinaggi in questa terra benedetta, secondo una fede scontata. La ragazza di oggi ha un miracolo spirituale: liberata dal demonio, diventa segno di una presenza materna protesa a ridare una fede autentica ai Suoi figli. Ma la fede di oggi non è scontata, anzi! Ognuno crede secondo propri criteri. La strada che la Madonna indica alla ragazza è quella di mettersi alla scuola del Santo che ha mediato nella liberazione: S. Massimiliano Maria Kolbe. Il suo insegnamento indica la via della consacrazione al Cuore immacolato di Maria per vivere una fede autentica.
Il Papa Innocenzo II,
per programmi più celesti che terrestri, si incontra col Parroco da cui apprende la storia miracolosa del quadro. Il Papa si sente attratto e coinvolto dallo sguardo rasserenante che quella immagine della Santa Vergine emana, prega e ringrazia per lo scampato pericolo. Innocenzo II si sente accolto e amato dal popolo e in dono concede l’Indulgenza legata alla data del ritrovamento.
Questa volta è il nuovo quadro che si muove, portato dal Parroco va dal Papa, S. Giovanni Paolo II, a ricevere la benedizione il 20 dicembre 2000 e varcando la soglia della Porta Santa, la Porta dell’Indulgenza, diventa strumento attivo della Madonna come canale di grazie. Ricomincia così, dopo anni di silenzio, ad esercitare la sua funzione materna a favore dei Suoi figli.
In Parrocchia c’è la statua dell’Assunta che rappresenta il quadro e viene portata in processione. La statua è stata benedetta da Papa Benedetto XVI, che in quell’occasione chiede al Parroco di pregare per Lui. La richiesta di preghiere fa prendere coscienza al gruppo della dimensione universale ed ecclesiale della chiamata che la Vergine Maria ha fatto ad ognuno di loro. Comprende che bisogna fare sul serio, il “Sì” detto l’otto dicembre deve essere approfondito. Comincia il lavoro personale, si medita sul “Sì” di Maria, si indaga sulla Volontà di Dio. Gli insegnamenti di Papa Benedetto diventano motivo di studio che portano a consolidare ciò che si era scoperto durante i dieci anni di benedizioni: la forza della Messa nella vita ecclesiale. E’ la Messa che esprime la fede della Chiesa e nella Messa tridentina in particolare è visibile la forza redentrice della Croce, di cui il cristiano, come san Paolo, si gloria.
Il Quadro
Il gruppo vede con occhi nuovi anche il quadro posizionato sull’altare. La tela è stata dipinta da una giovane artista di Altamura, la cui mano è stata sicuramente guidata da Dio: pur avendo ricevuto l’incarico di rappresentare la storia, svela inconsapevolmente anche il senso della Consacrazione all’Immacolata secondo il pensiero di san Massimiliano Maria Kolbe: Appartenere a Maria significa essere figli.
Il gruppo vede che la Vergine Assunta, diversamente dalle altre immagini, non ha lo sguardo rivolto verso l’alto ma verso la terra proprio come nella Medaglina Miracolosa e ciò indica l’apprensione materna della Madonna per i Suoi figli; il braccio destro è rivolto al cielo, quindi al Paradiso, quasi a ricevere i doni dal Padre, e il braccio sinistro è proteso verso la terra, quasi a distribuirli. Appartenere a Maria significa manifestarla, imitarla: due angioletti guardano la pastorella con molta meraviglia perché nel suoi occhi vedono riflessa l’immagine della propria Regina. Padre Kolbe spiega infatti che i consacrati sono “marianizzati” e i loro occhi riflettono lo sguardo dell’Immacolata. Ancora, la Vergine del Mirteto rappresentata nel quadro si presenta a noi come Regina, Madre e Maestra. La disposizione circolare degli angeli, del Papa e della pastorella con la capretta, che fanno corona al quadro, indica che tutto il creato la ossequia come Regina. La pastorella, oggetto dell’affettuosa premura di Maria, evidenzia il suo ruolo di Madre. La presenza del Papa che è maestro della fede, rivela Maria come Maestra.
Consacriamoci all’Immacolata
In questo santo luogo la Mamma celeste ha posto il suo sigillo nell’intento di raccogliere i Suoi figli in un’epoca in cui la fede ha perso il suo significato. Lo ha fatto donandoci in San Massimiliano M. Kolbe la guida per le nostre anime e il custode di questo luogo. Il Santo ci indica la Consacrazione all’Immacolata come condizione necessaria per seguire le ispirazioni che il Cuore Immacolato di Maria vuole suggerire ai suoi figli.
Perché consacrarsi a Maria?
A Fatima la Madonna dice a Lucia (ed a ogni anima):
– Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato.
– Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio.
Con entusiasmo e gratitudine accogliamo la dolcissima Volontà di Dio e la materna promessa dell’Immacolata.
Consacrarsi a Lei permette alla Madonna di proteggerci, e non solo! Anche
– di guidarci come Maestra a Gesù, per conoscerLo e amarLo sempre di più;
– di formare come Madre il nostro cuore conformandolo al Cuore di Gesù;
– di responsabilizzarci come Regina a cooperare con Lei affinché si realizzi il Regno del Cuore di Gesù per il trionfo del Suo Cuore immacolato.
In tal modo l’Immacolata renderà perfetta la nostra consacrazione a Dio.
Ciò che ci spinge a consacrarci è la consapevolezza che è Gesù il primo a consacrarsi, infatti pronuncia il suo Eccomi al Padre (Ecco io vengo, per fare, o Dio, la Tua Volontà, Eb 10,7) nel grembo immacolato di Maria, nell’atto di incarnarsi in Lei.
A somiglianza di Gesù, il Primogenito, anche noi, per unirci perfettamente a Dio, dobbiamo lasciarci plasmare e formare da Lei, perché
Nel grembo dell’Immacolata l’anima rinasce secondo la forma di Gesù Cristo (S.Massimiliano M. Kolbe)
Anche nella profezia che Dio fa nel condannare il serpente antico (… una Donna e la Sua stirpe ti schiaccerà il capo) si vede la fiducia illimitata che Egli ha nella Vergine. Senza alcun’ombra di dubbio, possiamo dire che Dio Le affida l’intera umanità.
Consacrarsi spinge il nostro cuore a guardare l’Immacolata con fiducia filiale. La confidenza, se alimentata con il santo rosario, porta l’anima a desiderarla e quindi ad imitarla. L’azione materna di Maria forma il nostro cuore sul cuore di Gesù e la nostra risposta filiale genera un agire cristiano tale da farci dire con S. Paolo: (…) non sono più io che vivo ma Cristo vive in me.
L’impegno della Madonna sulla nostra anima è certo, è reale. Un episodio, tra i tanti, raccontato da un padre esorcista ci convince. Una signora faceva uso della scrittura automatica, pratica magica superstiziosa, quando un giorno la penna si staccò dalle sue dita e da sola scrisse rivelando che era il suo angelo custode e doveva contattare un padre esorcista che l’avrebbe aiutata. Così avvenne. Durante un esorcismo il demonio rivelò che era graziata dalla Madonna perché consacrata a Lei da bambina. Rinvenuta dall’esorcismo il padre chiese quando si era consacrata, ma la signora, cadendo dalle nuvole rispose: Mai. Tornata a casa telefonò alla madre per vedere se fosse stata lei a farlo. La madre confermò spiegando che ad un anno di età, ammalata, rischiava la vita e nel dolore chiese preghiere a delle suore che, in risposta, la portarono dinanzi alla statua della Madonna e la consacrarono. Da quel momento cominciò la guarigione.
Desideriamo concludere con un pensiero di Madre Speranza: Vivere uniti a Maria prepara alla felicità suprema che è vivere in Gesù, poiché il mezzo più efficace per purificare e consolidare la nostra unione con l’Amore Misericordioso è Maria.
PREGHIERA A S. MASSIMILIANO
O San Massimiliano Maria Kolbe,
noi ti guardiamo come a guida sicura in questi “difficili tempi”.
Vogliamo aprire il nostro cuore a te, perché lo accenda di quell’amore e di quella passione, che tu stesso hai nutrito, per il Regno del Cuore sacratissimo di Gesù.
Crediamo che il tuo ideale di vita può conquistare il cuore di tanti fratelli con i quali lavorare, come veri militi, per il trionfo del Cuore immacolato di Maria.
Lode alla SS. Trinità che ci ha svelato con la tua vita la necessità di consacrarci all’Immacolata – Regina, Madre e Maestra – affinché, percorrendo le virtù di Lei, possiamo conseguire l’eterna gloria del Paradiso.
O gran Santo, guidaci e sostienici in questa avventura di fede vera. Amen.